Olio monovarietale e blending: qual’è la differenza?
- Consigli Alimentazione, Guide di Cucina di TiGusti
- Settembre 21, 2021
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L’Italia è uno dei paesi tra i maggiori esportatori di olio extravergine di oliva al mondo, grazie alla sua posizione geografica che la pone vicino al Mediterraneo ed un clima mite che permette la corretta maturazione dell’”oro giallo” della cucina mondiale.
Se questo primo dato è alla conoscenza della quasi totalità della nostra popolazione nazionale, molti invece non sanno che esiste una differenza enorme, che ancora tutt’oggi divide l’opinione degli addetti ai lavori, tra l’olio monovarietale e l’olio blend.
L’Arte del Blanding nell’olio extravergine d’oliva
Ma cosa differisce l’uno dall’altro? Innanzitutto bisognerà fare chiarezza sul termine Blending, un’arte sapiente e complessa che consiste nella miscelazione di oli estratti da diverse varietà di olive, con abilità, professionalità ed esperienza nel saper selezionare accuratamente le diverse varietà, ciascuna con le proprie caratteristiche organolettiche, e nella miscelazione dei diversi oli in modo che ogni olio d’oliva sia in grado di dare il suo contributo individuale al prodotto finale.
Olio monovarietale: origine e caratteristiche
L’olio extravergine di oliva monovarietale – detto anche olio di oliva monocultivar – è distinto da un olio extravergine di oliva blend in quanto è un olio ottenuto da olive estratte totalmente da una sola varietà.
Solo una piccolissima percentuale dell’olio d’oliva prodotto in Italia è monovarietale: il monocultivar è quindi percepito dagli intenditori come un olio raro e pregiato, un olio dalla forte personalità, molto tipico, molto rappresentativo del territorio in cui è prodotto ma anche dalla zona di coltivazione (inteso come variabilità in termini di latitudine, longitudine, altitudine, clima e caratteristiche del terreno e tantissimi altri fattori).
Un olio di oliva monovarietale è così capace di conferire un sapore unico e squisito ad ogni pietanza.
Come si distingue un olio extra vergine monovarietale da uno che è risultato del blending?
L’olio d’oliva monovarietale costituisce la massima espressione di tipicità e peculiarità territoriale. Infatti permette di avere dei prodotti molto caratterizzati dal territorio in cui viene prodotto e riesce ad esaltare, peraltro, le caratteristiche di ogni singola cultivar.
L’olio di oliva multivarietale (blend), per la maggior parte dei casi, è l’espressione di un mercato, cioè di un gusto che vuole andare incontro alle esigenze di mercato per soddisfare la maggior parte dei consumatori.
Come faccio a capire se un olio è monovarietale o multivarietale?
L’olio monovarietale riporta all’interno dell’etichetta l’indicazione monovarietale/monocultivar, seguita dalla varietà utilizzata. Quelli che non hanno questa indicazione sono multicultivar.
Infatti, l’olio multivarietale non ha nessun tipo di indicazione in etichetta sulla varietà utilizzata nella maggior parte dei casi. Solo in rari casi è presente la percentuale di olive utilizzate delle diverse varietà.
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Perché spesso è quasi impossibile sapere quali tipologie di olive siano utilizzate in un olio blend?
L’aspetto principale da considerare è che l’indicazione della varietà di olive utilizzate non è obbligatorio, ma è obbligatoria solo l’indicazione della zona di provenienza delle olive.
Se un produttore volesse, liberamente, inserire le varietà utilizzate dovrebbe inserire un’indicazione completa, indicando anche la percentuale utilizzata per ogni varietà. Questo è un lavoro che richiederebbe un enorme impiego di risorse in termini di tempo, per una cosa non obbligatoria e che il 99% delle aziende non fa.
Solo su alcuni marchi IGP e DOP c’è l’obbligo di utilizzare determinate varietà in percentuali specifiche, dettate dal disciplinare di produzione. La maggior parte dell’olio multivarietale che si trova in commercio è un insieme di più varietà senza nessun particolare criterio di selezione.
In conclusione: quale olio scegliere?
Entrambe le tipologia di olio extravergine d’oliva sono DOP, quindi a protezione e tutela del territorio.
La differenza sta nel gusto che ogni consumatore percepisce: un olio monovarietale ha una forte personalità, è molto tipico e rappresentativo del territorio in cui è prodotto con infinite sfumature per adattarsi alla migliore combinazione con il cibo, valorizzando ed esaltando il sapore delle pietanze.
Un olio extravergine di oliva blend, può essere più armonico e rotondo e, pertanto, capace di rispondere a diverse esigenze di tipo edonistico del consumatore.
La scelta perciò sta a voi: se preferire un olio più intenso e corposo per dare un sapore più forte alle pietanze oppure un olio più morbido e dolce in grado di adattarsi al palato di ogni consumatore.
Buon appetito!
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